Santo Stefano: dove fascino antico e spirito contemporaneo si incontrano e convivono

Punto di convergenza tra le quattro principali vie del quartiere è l’area tra piazza di porta Ravegnana (volgarmente indicata come Piazza delle Due Torri ) e Piazza della Mercanzia, cuore della vita mercantile cittadina in passato e tra i più suggestivi angoli della Bologna medievale: in un solo spiazzo troviamo uno splendido palazzo neo-gotico (Loggia della Mercanzia, un tempo foro dei mercanti e oggi sede della Camera di Commercio), esempi di abitazioni duecentesche, una torre medievale e un portico ligneo (seppur frutto di un restauro degli anni ’20).. poche altre piazze possono competere con un simile scenario.

Da questo spiazzo irregolare parte via Santo Stefano, una delle più scenografiche ed eleganti della città, caratterizzata dalla continuità armoniosa dei portici e dalla presenza di numerosi palazzi nobiliari, come Palazzi Vizzani o Palazzo Zani. Percorrendo questa strada, si incontra dopo pochi metri una delle più affascinanti piazze cittadine: Piazza Santo Stefano. A dirla tutta, nonostante i bolognesi la chiamino e la considerino una piazza, si tratta in realtà di uno slargo di forma triangolare dominato dalla facciata della Basilica di Santo Stefano, uno tra i luoghi più caratteristici e suggestivi della città, giustamente indicato ovunque in cima alla top list delle cose da vedere a Bologna. Si tratta di uno dei più antichi siti di culto cristiano della città e viene indicato anche con il nome di Sette Chiese perché si articola su diversi edifici sacri di epoca diversa, le cui origini affondano in un lontano passato sospeso tra storia e leggenda.

 

 

 

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Da piazza della Mercanzia parte anche via Castiglione, altra affascinante strada storica della città (strata castilionis è documentata dalla fine del Duecento) il cui susseguirsi ininterrotto di portici di diverso volume e tipologia crea suggestivi giochi prospettici. Il tratto iniziale della via è caratterizzato dalla presenza delle poderose residenze dei Pepoli, signori della città durante il XVI secolo: da un lato Palazzo Pepoli Vecchio, con il possente aspetto di fortilizio medievale (oggi sede del Museo della Storia di Bologna); dall’altro Palazzo Pepoli Campogrande si presenta invece come una sontuosa residenza nobiliare di tardo Seicento. La via mantiene poi un certo carattere di signorilità lungo tutta la sua durata, nonostante dopo il torresotto l’atmosfera si faccia meno sontuosa.

Parallela a Via Santo Stefano troviamo un’altra importante via: strada Maggiore, che al partire dal nome dichiara la sua importanza storica. Si tratta infatti di un tratto cittadino dell’antica via Emilia, la strada romana costruita dal console Marco Emilio Lepido nel 187 a.C. per collegare in linea retta Rimini e Piacenza e che da il nome alla regione. Direttrice privilegiata quindi per la viabilità in passato, è oggi una strada dall’eleganza sobria e discreta che comprende due delle più belle chiese cittadine (Ss. Bartolomeo e Gaetano e Santa Maria dei Servi) e prestigiosi palazzi come l’Hercolani e il Davia Bargellini. 

 

 

 

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L’ultima radiale, via San Vitale, collega piazza di porta Ravegnana con la porta e veniva anticamente denominata via Salaria perché conduce a Ravenna, da cui giungeva il sale. Si tratta oggi di una via composita dove ad un primo tratto signorile e borghese segue un secondo, dopo piazza Aldrovandi, più popolare e animato. 

Ad unire queste quattro strade raffinate ed eleganti, ci sono una miriade di vie più piccole, animate e colorate, in cui storicamente convivono bolognesi doc e studenti fuori sede, come via Broccaindosso, Fondazza, via Guerrazzi, via Rialto ecc.  Questa particolare commistione da vita ad un quartiere vivace e animato, in cui abbondano locali, librerie di ogni sorta, negozi vintage e takeaway etnici. Qui più che altrove  è sorto dalla convivenza di studenti e residenti un forte senso di comunità, che si esprime in iniziative come le social street (sorte sull’esempio di via Fondazza), dove a regolare i rapporti di vicinato sono concetti come l’inclusione, la gratuità e la socialità. 

Il quartiere Santo Stefano è in tutti i sensi un perfetto spaccato di “bolognesità”. Qui si può camminare tra le più antiche e importanti strade della città, testimoni degli splendori del suo passato, calandoci al tempo stesso nella vivacità della sua veste contemporanea, fatta di commistione tra locale ed esterno, senso di appartenenza e una continua spinta all’innovazione e all’incubazione di idee.

 

 

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